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La chiarezza nell’amore, nel sesso, e nelle relazioni



(Fugit amor, A. Rodin, 1885 ca.)

(testo di Taetske Kleijn)

Quella che chiamiamo “relazione” è il falso bisogno, dettato esclusivamente dalla mente, di un’altra persona. Quando usiamo la parola “relazione”, intendiamo una relazione “uno-a-uno”, generalmente maschio-femmina. Questo viene dalla mente.

Poi c'è tutto il fenomeno del sesso. Il sesso è un istinto del corpo, un impulso del corpo. Un impulso, non una necessità. E' un bisogno della specie, non dell'individuo.

L'amore è quello stato di inondazione nel quale non hai bisogno di nulla.

Nella nostra cultura, tendiamo a mettere queste tre cose assieme e mescolarle fino a non riuscire più a distinguerle l’una dell’altra. Chiamiamo l'impulso sessuale: “amore”. Chiamiamo quello che ne risulta: “relazione”. Oppure, a causa del bisogno artificiale della mente per un altra persona, chiamiamo quello “amore”, e così via. Mescoliamo il tutto, e a volte diventiamo molto confusi riguardo quello che stiamo veramente passando.

Una relazione è un bisogno della mente

Guardiamo dunque queste cose più in dettaglio, e iniziamo dal principio. Una delle nostre prime e più forti impronte avviene alla nostra nascita, quando abbiamo realizzato che la nostra sopravvivenza dipende da un'altra persona. Questa persona diventa la vita stessa. Non ci consideravamo completi, e in un certo senso non eravamo completi, perché non saremmo sopravvissuti da soli. Non potevamo vestirci, non potevamo cibarci; non potevamo pulirci da soli. Era impossibile realizzare i nostri bisogni. Quindi per questa realizzazione cercavamo qualcosa fuori da noi, appena nati. Quindi, quasi tutti abbiamo questa sensazione profonda, molto profonda: per realizzarmi, per essere felice e sicuro, ho bisogno di un'altra persona. Ma questo non è realistico. E' solo il riflesso di un neonato indifeso e dei suoi bisogni di sopravvivenza, un riflesso che è ancora impresso nella nostra mente.

Consciamente, non concordiamo con questo. Consciamente diciamo: “No, certo che no, la mia sopravvivenza non dipende da un’altra persona… ma la vita sarebbe noiosa se fossi sempre da solo”, o troviamo tanti altri motivi per volere una persona accanto. Ma il vero motivo è che, nel profondo, noi sinceramente crediamo di aver bisogno di un’altra persona per essere felici e realizzati – addirittura per poter vivere.

Questo crea uno stato quasi costante di angoscia. Se non abbiamo qualcuno, tutto quello che facciamo è guardarci intorno, lottare, manipolare, finché finalmente non troviamo qualcuno. Poi quando abbiamo qualcuno, ci preoccupiamo di tenercelo per noi. E così via… E non è solo un gioco giocato da due persone, perché nel nostro subconscio noi siamo quel neonato che lotta per sopravvivere. E ovviamente questo neonato è felice quando ci riesce. Specialmente quando riesce a far firmare all’altra persona un pezzo di carta che dice che lui o lei rimarrà al suo fianco per sempre, e si prenderà cura di te, nel bene e nel male, in malattia o in salute, finché morte non ci separi. Amen. Il giorno più bello della nostra vita.

Abbiamo dunque questo profondo e falso bisogno dell’altro. Un bisogno che in effetti non ha molto a che fare con l’altra persona. Ha a che fare con la nostra sopravvivenza, e questo ci rende spesso molto egoisti. Vogliamo organizzare le cose in maniera da garantire la nostra sopravvivenza, e siamo disposti a scendere a compromessi pur di mantenere quell’altra persona al suo posto.

Il sesso è una bisogno della specie

Come abbiamo visto, siamo nati nella realtà: “Ho bisogno di un’altra persona per sopravvivere”. Questa realizzazione si scolpisce nelle profondità della nostra mente. Poi un giorno, in momento della nostra vita – parliamo in maniera semplice e chiamiamola pubertà – si presenta questo fenomeno chiamato sesso, che è un bisogno della specie, non dell’individuo. Dobbiamo essere molto chiari su questo. Il sesso non è un bisogno dell’ individuo. L’aria è un bisogno dell’individuo, l’acqua è un bisogno dell’individuo, il sonno è un bisogno dell’individuo, il cibo è un bisogno dell’individuo. Senza queste cose un individuo muore, e questo è quello che definisce un bisogno. Se non ne hai, muori.

Non abbiamo bisogno di sesso. Ci sono persone che hanno vissuto tutta la loro vita senza sesso, e hanno vissuto per tanto tempo – a volte hanno vissuto anche di più di chi si è goduto una vita di sesso. Ma il sesso è un bisogno della specie. La specie muore se non c’è sesso. Quindi a tutti spetta un po’ di sesso, e l’idea è quella di propagarlo, così la specie continua. Ma non è un bisogno dell’individuo. Eppure, rimane un impulso molto forte.

Quindi quando questo impulso sopravviene, e si mescola con il nostro falso bisogno mentale di avere un’altra persona, ovviamente si viene attratti ancora più fortemente verso qualcun altro. E poi si inizia a scivolare negli schemi stabiliti dalla nostra società su come due persone devono relazionarsi l’un l’altro. Il condizionamento della nostra cultura, assieme al condizionamento della nostra infanzia, entra nel miscuglio. Dicendo che gli uomini devono fare questo, le donne devono fare questo, questa è la maniera di comportarsi, questa è la maniera di essere, questi sono i giochi da giocare, e queste sono le regole del gioco, e via dicendo. È tutto un condizionamento.

Ovviamente, la combinazione della necessità fisica per il sesso e del bisogno mentale dell’altro crea un forte, fortissimo impulso di voler stare insieme ad un'altra persona. La maggior parte della gente vuole chiamare questo amore. E questo è dove una grande parte della confusione sorge. Lo chiamiamo amore, e non è amore. È l’opposto dell’amore. Deriva dal bisogno, non dalla pienezza. Deriva dalla preoccupazione per se stessi, e dal bisogno di sopravvivere. Non che questo sia sbagliato, perché tutti noi abbiamo bisogno di sopravvivere, ed è giusto prendersi cura di se stessi. Ma non con l’atteggiamento di un neonato. Fin quando crediamo che la nostra sopravvivenza, o la nostra felicità o il nostro benessere, dipende da un’altra persona, ci manteniamo in quello stato di regressione. Fin quando ci aggrappiamo a questo, ci sentiremo sempre delle persone incomplete.

Questo stato ci rende possessivi, gelosi, addirittura diffidenti nei confronti dell’altra persona. L’idea di perdere la persona che ci sta accanto ci rende spaventati. E abbiamo veramente paura, perché in fondo crediamo che la nostra sopravvivenza dipenda da un’altra persona. Non è raro ritenere che una delle espressioni più profonde dell’amore sia la frase “non posso vivere senza di te”. Questo è semplicemente stupido. Se qualcuno ci dicesse questo, ci sentiremmo imprigionati. Ci sentiremmo responsabili per quella persona. Ci starebbero in realtà dicendo: “Senza di te io muoio. Se te ne vai e mi lasci, la mia vita finisce. La mia sopravvivenza dipende da te”.

Questo è il neonato che sale in superficie della sua forma più pura. E non è una cosa bella. Quella che viene definita la più profonda manifestazione d’amore è in realtà una totale regressione. Non ha nulla a che vedere con l’amore.

Quello che può accadere, però, è che il neonato in ognuno di noi viene appagato dalla presenza dell’altra persona, e vice versa. Uno sente: “ah, ho una mamma” e l’altro sente: “ah, ho una mamma”, e quindi entrambi hanno una mamma e possono rilassarsi. E rilassandosi, accade qualcosa di stupendo – ma è questo rilassamento che causa questo qualcosa di stupendo, non lo stare assieme. Se le stesse persone potessero rilassarsi in qualche altra maniera, otterrebbero la stessa cosa. È il rilassarsi che crea quel bellissimo spazio dentro di sé, non la presenza di un’altra persona. Possiamo ottenere la stessa cosa imparando a rilassarci da soli, rendendoci conto che siamo realizzati così come siamo.

L’amore è completo in se stesso

L’amore è appagamento totale. L’amore è come un’inondazione, è un’espansione. Sto parlando di amore in questo senso, e non mischiato con il sesso, o con il bisogno della mente. L’amore non è indirizzato verso nulla. Non è indirizzato verso nessuno. Le relazioni sono generalmente indirizzate verso qualcuno. Quello che chiamiamo amore nelle relazioni è indirizzato verso un’altra persona come un investimento, nella speranza di avere qualcosa in ritorno, fosse solo la sensazione di appagamento personale. Il vero amore non si aspetta nulla in cambio, perché non ha bisogno di nulla. È completo in se stesso.

Il vero amore è come una lampadina che brilla in una stanza. Non brilla solo su di una persona in particolare. Semplicemente, brilla, e non importa neanche se qualcuno è lì oppure no. La luce brilla lo stesso. La luce è completa in se stessa e non ha bisogno di qualcuno nella stanza per essere brillante. Così è l’amore. L’amore è come un’inondazione, l’amore è un dono, l’amore è una sensazione di completezza, di pienezza, di appagamento. Quando sei innamorato, di vero amore, non sei solamente innamorato, tu sei amore.

Questa esperienza – l’amore – è più incline ad essere vissuta quando si è rilassati. Questo può venire nella meditazione, nello yoga, nella danza; questo può succedere ovunque, in effetti. È un qualcosa di cui si fa esperienza quando il proprio ego – la mente, la memoria – non ci tormenta, quanto non ci restringe.

Molte persone cercano l’amore nel sesso e nelle relazioni, e non lo trovano. Il che non significa che non possiamo trovare l’amore tramite una relazione con un’altra persona. Possiamo forse usarla come un portone di entrata.

Ma il vero amore sarà con noi stessi e con la nostra esistenza, e questo includerà tutti gli altri esseri. Però, nel momento in cui il nostro amore è indirizzato verso qualcuno, sia chiaro che si tratta della mente che dice: “ho bisogno di questa persona per sopravvivere”, e allora non è più amore, ma è un bisogno.

Se riuscissimo a vedere questo, potremmo salvarci da tanta angoscia. Potremmo evitarci un sacco di problemi e di sforzi. Perché se usiamo la parola amore per riferirci a quello che succede quando il bisogno della mente si combina con l’impulso della specie per il sesso, allora avremo molta confusione. È molto facile confondere quello che le persone sagge ed illuminate dicono sull’amore – quando parlano di quel tipo di amore che inonda – con l’amore di cui ci parlano i film di Hollywood, che non è per niente amore. Usiamo la stessa parola per due stati d’essere completamente opposti. Riuscendo a separate queste cose, a vederle come elementi diversi, stati diversi, allora possiamo riuscire ad andare oltre quei stati che ci storpiano e ci mutilano, e ad essere aperti a quei stati d’essere che ci espandono.

Le relazioni portano chiarezza

Osservare le nostre relazioni è un ottimo metodo per aiutarci a raggiungere maggior chiarezza. Una relazione può permetterci di capire quanto siamo infantili, quanto siamo dipendenti da un’altra persona, quanto stiamo ancora proiettando su quest’altra persona la nostra stessa madre, nostro padre, o un’altra persona che ci ha accudito durante la nostra infanzia. Possiamo vedere come rendiamo quest’altra persona responsabile per la nostra felicità, il nostro rilassamento, il nostro benessere.

Osserva le tue relazioni con altre persone. Queste includono non solo le relazioni chiamate amorose e le relazioni sessuali, ma anche le relazioni con amici e con conoscenti casuali. Osserva quanto li ritieni responsabili della tua felicità, del tuo benessere, del tuo appagamento. E quanto li accusi se le cose non vanno bene per te.

Una volta che ti rendi conto di questo e ti rendi conto del fatto che non hai bisogno di vivere così, allora potrai iniziare a sentirti completo e appagato con la vita stessa, con te stesso. Potrai sentire l’amore ovunque tu sia. E allora tu sarai amore. Ma non potrai mai percepire te stesso come amore se continui ad avere bisogno di un’altra persona. È una contraddizione. Non può proprio accadere.

Non c’è nulla di male nello stare con qualcuno – è una cosa bellissima. Me se ritieni quella persona responsabile per la tua sopravvivenza, allora è una cosa brutta. Se dai la colpa agli altri per la tua infelicità, è brutto. Se ti attacchi all’altra persona, e limiti la libertà di quella persona, è brutto. Non è amore.

Dobbiamo essere chiari su cosa intendiamo ogni volta che diciamo o ascoltiamo la parola amore, come la interpretiamo, come la traduciamo nella nostra mente. Facciamo in modo che le nostre relazioni ci aiutino a scoprire di più su noi stessi. Stiamo attenti a chiamare le nostre relazioni “amore”. Se il tuo obiettivo è di dare senza chiedere nulla in ritorno, se senti che l’altra persona è libera di uscire dalla tua vita, se sai che, qualora questo accadesse, rimarresti realizzato e appagato, allora puoi chiamarlo amore. Se una parte di te rimane attaccata all’altra persona, cerca di capire che questo bisogno viene dal neonato indifeso che non sei più.

Il sesso può confondere, perché se l’impulso fisico per il sesso è realizzato e soddisfatto, il corpo si rilassa. E se nello stesso tempo anche il bisogno mentale dell’altra persona è soddisfatto, tutto può sembrare perfetto. Forse è per questo che si chiama “fare all’amore”. Ma spesso il giorno dopo ci si rende conto che non era amore. E si ricade nel bisogno.

Quello che normalmente chiamiamo amore è un viaggio mentale. Ci trattiene nella mente, ci mantiene regrediti, ci mantiene frustrati e in uno stato di agitazione. Ed è anche un qualcosa che dobbiamo lasciare andare, se vogliamo raggiungere la chiarezza. Nel momento in cui lo lasciamo andare, allora probabilmente entriamo in uno stato di amore.

Questo articolo è stato scritto da Taetske Kleijn, ed è basato sui Discorsi sulla Chiarezza di Jeru Kabbal. Per maggiori informazioni http://tsuki.org/tskenglish.htm

La traduzione l'ha fatta io, ma potete trovare l'articolo originale, in inglese, qui http://www.ekhartyoga.com/blog/clarity-in-love-sex-and-relationships

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