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Le maschere che indossiamo

Immagine del redattore: Caterina AllegraCaterina Allegra


Tutti noi abbiamo diverse personalità. Ogni giorno indossiamo le varie maschere che abbiamo costruito da quando eravamo bambini. Quanto più abbiamo indossato queste maschere, tanto più ci identifichiamo con esse, fino a pensare che noi siamo quelle maschere che indossiamo. Come possiamo in realtà integrare queste diverse personalità?

Come animali sociali quali siamo, abbiamo sicuramente dei ruoli e dei compiti da svolgere in questa società, dobbiamo essere madri, impiegati, dottori e via dicendo. Viviamo dentro la società e non fuori da essa. Il limite sorge nel momento in cui ci identifichiamo esclusivamente con il nostro ruolo (o ruoli) nella società, limitando così il nostro essere ad un qualcosa di più piccolo e ristretto di quello che davvero è.

Una dei momenti più difficili nella pratica Yoga è quando ci ritroviamo senza maschera. Succede spesso, durante la pratica, di ritrovarci in un luogo neutro, in cui ci rendiamo conto di non essere quello con cui ci definiamo normalmente, e di non essere neanche il nostro corpo, o la nostra mente. E quindi tutto quello che, fino a quel momento, ci definiva, scompare, si dissolve! Un primo essenziale passo per la realizzazione del Sé.

E questa è una delle lezioni più dure dello yoga perché spesso l'ego si oppone a questa liberazione.

L'ego è responsabile per la formazione delle diverse personalità che indossiamo: "intelligente", "stupido", "Yogi", "professionista", "padre", e via dicendo. La verità è che noi non siamo nessuna di queste cose. Siamo solo pura coscienza nel mezzo di tutto questo. Per provare ciò, è necessario spostare la nostra attenzione verso l'interno, imparando ad osservare il nostro insieme corpo-mente senza farci portare via dal turbinio dei pensieri.

Chi siamo davvero, senza tutte le cose che abbiamo imparato nella vita, senza tutto quello che abbiamo sentito, e senza tutte le etichette che abbiamo creato, che fanno di noi chi crediamo di essere? Se provo a meditare e mi metto seduta con l'idea: "Io sono Caterina, insegnante di Yoga" non riuscirò mai a meditare. Devo staccarmi da queste definizioni per meditare! Devo permettere all'ego di sentire la mia essenza.

Utilizzando gli strumenti che ci offre lo Yoga, è possibile sviluppare la consapevolezza che ci permette di fondere tutti i frammenti di maschere che ci portiamo dietro in un unico essere. Solo così possiamo percepire chi siamo veramente, ritrovando equilibrio ed armonia. E' da questa unità che possiamo provare una profonda realizzazione: scompare la dualità, l'ego di assopisce, e siamo in grado di espanderci nella pura consapevolezza del Sé. Siamo in grado di andare oltre la nostra mente e i nostri pensieri - al di là di ciò che pensiamo dovremmo essere - percependo la nostra unità con il cosmo.

Noi siamo polvere di stelle (e questa è scienza! vedi nota a più pagina), e tutto quello che ci circonda, esseri viventi, oggetti inanimati, è composto dalla nostra stessa sostanza... Perché continuare a nasconderci dietro a delle maschere? perché continuare a limitarci ponendoci dei confini, delle definizioni, delle maschere così ben studiate?

La trasformazione avviene nel momento in cui ci sentiamo completi anche se non siamo qualcosa o qualcuno di "importante". Anche se abbiamo fallito in un lavoro o in una relazione. Anche se non raggiungiamo lo "status" che ci si aspetta da noi. Non appena abbiamo il coraggio di mettere da parte le nostre maschere, anche se solo per pochi attimi, è lì che possiamo avere esperienza della magia del nostro vero Essere. Solo allora possiamo capire come finora abbiamo giocato una partita che forse non valeva la pena giocare. Solo allora possiamo deporre le armi e iniziare a vivere. Solo allora possiamo renderci conto che siamo veramente polvere di stelle. Essenzialmente uguali, io, te e tutto il resto, oltre ogni confine, apparenza, maschera o illusione.

Nota su "Siamo polvere di stelle": "Uno dei fatti più poetici che conosco riguardo all'universo è che essenzialmente ogni atomo del vostro corpo una volta era all'interno di una stella che è esplosa. Inoltre, gli atomi della vostra mano sinistra probabilmente provengono da una stella diversa di quelli della vostra mano destra. Siamo tutti, letteralmente parlando, figli delle stelle, e il nostro corpo è fatto di polvere di stelle. Come facciamo a saperlo? Bene, possiamo estrapolare la nostra rappresentazione del Big Bang e quindi dell'origine dell'Universo, riportandola a un tempo in cui l’universo aveva all'incirca un secondo di età; secondo i calcoli, tutta la materia osservata era compressa in un denso plasma la cui temperatura si aggirava probabilmente intorno ai dieci miliardi di gradi Kelvin. A questa temperatura possono rapidamente verificarsi delle reazioni nucleari tra i protoni e i neutroni che si legano per poi separarsi a causa di altre collisioni.

Queste miriadi di stelle si sono sacrificate, se vogliamo, perché un giorno voi poteste nascere" (Valentina Balestri, tratto da http://www.scienzaeconoscenza.it/blog/scienza_e_fisica_quantistica/origine-uomo-e-universo-dal-nulla)

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