Una delle sequenze più conosciute dello Yoga è sicuramente il Saluto al Sole, Surya Namaskara in sanscrito (surya = Sole, namas = inchinarsi, salutare), ma da dove proviene la prima ispirazione a questa sequenza, e chi l'ha inventata?
Il Sole, la nostra fonte primaria di luce, è oggetto di adorazione dall'inizio dei tempi e ci sono Tracce di culti solari s'incontrano in tutto il mondo, dalla Polinesia all'Africa alle Americhe giungendo fino ai nostri giorni: per gli eschimesi il sole è la vita mentre la luna è morte; in Indonesia il sole s'identifica con un uccello e con il potere del volo; tra le popolazioni africane primitive la pioggia è il seme fecondatore del dio Amma, il sole, creatore della terra.
Origini
Per migliaia di anni, gli indù hanno venerato il sole, che chiamano Surya, sia come cuore fisico e spirituale del nostro mondo sia come creatore della stessa vita. È per questo che una delle tante altre denominazioni di Surya è Savitri (il vivificatore), che, secondo il Rig Veda, «genera e alimenta il genere umano in vari modi" (III.55.19). Inoltre, dal momento che tutto ciò che esiste proviene dal sole, come Alain Danizlou scrive nel libro "Myths and Gods of India", essa "deve contenere le potenzialità di tutto ciò che è conosciuto". Per gli indù, il sole è "l'occhio del mondo" (loka chakshus), che vede e unisce tutti i sé in sé, immagine divina e percorso verso il divino.
C'è un certo disaccordo tra le autorità sulle origini del Saluto al Sole come lo conosciamo oggi nello Yoga. I tradizionalisti sostengono che la sequenza ha almeno 2500 anni (forse di più), e che ha avuto origine in tempi vedici come una rituale che avveniva all'alba, recitata assieme a dei mantra, con offerte di fiori e riso e libagioni di acqua.
In realtà il Surya Namaskar originale non era una sequenza di posture, ma piuttosto una sequenza di parole sacre. La tradizione vedica, che precede lo yoga classico di diverse migliaia di anni, onorava il sole come simbolo del Divino. Secondo Ganesh Mohan, uno studioso vedico e insegnante di Yoga a Chennai, in India, i mantra vedici per onorare il sole erano tradizionalmente cantati al sorgere del sole. La pratica completa comprende 132 passaggi e richiede più di un'ora. Dopo ogni passaggio, il praticante esegue una prostrazione completa, portando il corpo completamente rivolto a terra con la testa in direzione del sole, in espressione di devozione.
Il collegamento tra il sole e il Divino continua ad apparire in tutte le tradizioni vediche e yoga. Tuttavia, le origini del Surya Namaskar come lo conosciamo ai nostri giorni (come sequenza di posture) sono più misteriose. "Non vi è alcun riferimento alle asana come 'saluto al sole' nei testi tradizionali di yoga", spiega Mohan.
Storia
Da dove proviene dunque questa popolare sequenza? Il testo più antico testo di yoga noto per descrivere la sequenza del saluto al sole, il "Makaranda Yoga", è stato scritto nel 1934 da T. Krishnamacharya, considerato da molti come il padre del hatha yoga moderno (vi ricordo che tutto lo yoga fisico è hatha yoga). Non è chiaro se Krishnamacharya imparò la sequenza dal suo maestro Ramamohan Brahmachari o da altre fonti, o se la inventò lui stesso.
Di certo Krishnamacharya (o chi per lui) non inventò la pratica solo considerando gli aspetti fisici: sia che insegnasse mantra vedici o una sequenza di posture, l'intenzione nel suo insegnamento era la stessa. "Si tratta di un offerta e un saluto al Divino, rappresentato dal sole come fonte di luce, che ci permette di rimuovere il buio di una mente annebbiata e come fonte di vitalità, per rimuovere le malattie del corpo", spiega Mohan.
Krishnamacharya ha insegnato la sequenza ai suoi studenti, tra cui K. Pattabhi Jois (fondatore del sistema Ashtanga Yoga), B.K.S. Iyengar (fondatore del sistema Iyengar Yoga), e Indra Devi (riconosciuta come la prima donna occidentale ad insegnare yoga in tutto il mondo). Questi studenti sono diventati insegnanti a livello internazionale ed hanno ispirato gran parte dello yoga occidentale. Di conseguenza, il saluto al sole è diventato parte integrante della nostra pratica moderna.
Per quanto antico possa essere il saluto al sole è, e qualunque sia la sua origine, si sono sviluppate molte varianti nel corso degli anni. Janita Stenhouse, in "Sun Yoga: The Book of Surya Namaskar", illustra più di 20 varianti (anche se alcune sono molto simili).
Pratica
L'immagine che trovate all'inizio di questo articolo rappresenta la variante più conosciuta, anche definita Saluto al Sole Classico.
Le prossime immagini rappresentano invece i saluti al sole conosciuti più comunemente come Saluto al Sole A e B - immagini tratte dal sito dell'insegnante Jason Crandell
Figura in alto, sequenza del saluto al sole A (Surya Namaskar A), mentre figura in basso, sequenza del saluto al sole B (Surya Namaskar B).
Ogni movimento è connesso ad una inspirazione o ad una espirazione (vedi freccette nelle immagini), ed è consigliabile "far partire" il movimento dal respiro piuttosto che "accodare" il respiro al movimento...
I saluti al sole sono indicati al mattino per risvegliare il corpo e concentrare la mente, e sono spesso usati all'inizio di una lezione dinamica per riscaldare il corpo. Per quanto siano delle belle sequenze, non sono del tutto complete in quanto si svolgono tutte sul piano frontale, o coronale. Quindi, se praticate spesso i saluti al sole, non dimenticate di aggiungere qualche torsione, apertura delle anche, stiramenti laterali. Il bello dei saluti al sole è che su quella base ci si può sbizzarrire con tante varianti per far lavorare il corpo in maniera completa.
E questo è anche il bello dello Yoga: partiamo da una base solida, e da quella possiamo espanderci e irradiare in tutte le direzioni, come un albero che grazie a radici forti e stabili si piega anche nelle tempeste, ma raramente si spezza ;)