Confessioni di un'insegnante 2. Che sia chiaro: opinioni personali.

In qualsiasi disciplina, è importante, necessario e direi spesso essenziale potersi fidare di chi ti guida. Del tuo maestro, insegnante, istruttore.
Chi mi segue da un po' di tempo ormai sa cosa ne penso su certe questioni, ma vorrei che fosse chiaro anche per chi non ha idea di chi sia o per chi mi segue in questo blog senza avermi mai conosciuto.
Le questioni di cui parlo sono questioni che spesso non rientrano in una lezione di yoga. Anzi, spesso proprio si "evitano" esplicitamente per non creare fastidio.
Parlo dei problemi che si ritrova ad affrontare chi è immigrato, clandestino, donna, di colore, gay, trans, diversamente abile (e la lista potrebbe continuare). Parlo delle persone marginalizzate nella nostra società. E parlo anche di certe questioni a livello mondiale: guerre, violenza sulle donne, pedofilia, torture, sfruttamento e via dicendo.
Credo sia chiaro che ho una certa passione per l'ambiente e la natura, ma prima dell'ambiente e della natura vengono i miei simili.
Prima di difendere un albero o un cane difenderò un essere umano che ha bisogno di supporto.
Le cause che mi appassionano di più sono quelle che riguardano le donne (violenza sulle donne, stupro), le persone di colore (razzismo in ogni sua connotazione), i transgender (omofobia, odio ecc). Questo perché ci sono passata. Non starò qui a darvi i dettagli della mia vita ma vi posso assicurare che so cosa significa essere aggredita in tutti gli aspetti sopra citati.
E quando si tratta di difendere chi è oppresso non c'è yoga che tenga. O meglio, entra in azione la visione tantrica dello yoga, ovvero il mondo visto come un'arena di cui si è parte e in cui si agisce, si interagisce, si vive. Se pensate che essendo insegnante di yoga io sia sempre calma, tranquilla, serena come appaio spesso nelle lezioni, vi sbagliate. Non mi avete mai conosciuto quando mi trovo di fronte ad un'ingiustizia. In quel caso è la rabbia a prendere il sopravvento. E sì, sono consapevole di quello che accade, e so come canalizzare la mia rabbia in quella energia che sa smuovere le cose, ma vi assicuro che la rabbia c'è, eccome.
Il mio mondo non ruota solo attorno allo yoga stile "ooom pace e amore", ma diventa piuttosto karma yoga, lo yoga dell'azione. Per me essere insegnanti di yoga significa anche essere informati di cosa avviene nel mondo, e mi informo, mi documento, leggo (informazione vera! vedi ad esempio qui) . E mi arrabbio. E agisco, agisco nella maniera che mi è possibile: educo, informo, diffondo. E insegno yoga.
Come scrive Dr. Jay Michealson, un rabbino, insegnante di buddismo, attivista trans e giornalista, è giusto e bene meditare, per prendersi cura di se stessi e per vedere le cose con più chiarezza, ma dopo di che bisogna alzarsi dal cuscino di meditazione e combattere a spada tratta, per difendere i propri diritti, le minoranze, l'ambiente contro tutte le ingiustizie della nostra era. Non ci si può nascondere in "ritiro spirituale", vivere isolati nel proprio piccolo paradiso. Questo non è il messaggio dello yoga moderno, non è più una soluzione accettabile.
Quello che voglio trasmettervi è che ammetto di essere una persona privilegiata: sono bianca, ho un passaporto europeo, ho avuto la possibilità di studiare e di crescere in un ambiente sereno. E per questo ne sono immensamente grata. Ma non prendetemi per una persona che non ha vissuto. Non prendetemi per una persona che vive nel suo bell'ambiente di yoga e che fa finta di non sapere tutte le schifezze che avvengono ai nostri giorni. Non prendetemi per una persona che se ne fotte dei problemi del mondo e della gente. Non prendetemi per una persona che si estrania dalla società, dalla sua comunità, dal mondo delle persone "normali".
Nel mio piccolo faccio poco sicuramente, di certo potrei fare di più. La mia missione al momento - oltre alle scelte e ai piccoli o grandi gesti nella mia vita privata - è quella di divulgare la conoscenza dello yoga, perché le persone riescano a ritrovare se stesse, a stare meglio, a diventare consapevoli. Ad imparare a capire le proprie emozioni, le proprie paure, i propri sentimenti.
Perché solo le persone pienamente consapevoli possono poi alzarsi dal cuscino di meditazione ed andare a combattere. Contro tutte le ingiustizie nel mondo.
Non spinti dall'odio (e questo è il punto più importante) ma spinti dall'amore, verso se stessi, verso il prossimo e verso tutto quello che ci circonda.
Pienamente consapevoli che non c'è distinzione, tra noi stessi e gli altri, tra noi stessi e il mondo, e che la ingiustizia fatta verso una persona, anche estranea, anche nemica, è un'ingiustizia fatta a se stessi. E quindi comprensione, compassione, amore, ma anche lotta. Dura, spietata e consapevole lotta.
Namaste :)